Salute orale e gravidanza

Salute orale e gravidanza
In gravidanza, il corpo femminile, è sottoposto ad una serie di cambiamenti ormonali che possono influenzare il modo attraverso il quale l’organismo reagisce alla placca batterica. Estrogeni, ritenzione idrica e cambiamento della composizione della saliva sono la causa dei problemi a denti e gengive.

Il cambiamento della saliva che, a causa degli ormoni diventa più acida e densa, le impedisce di svolgere la sua azione principale di prevenzione della carie. La saliva, normalmente, agisce alzando il PH della bocca ed eliminando l’acidità prodotta dai batteri orali. In gravidanza, con la saliva più acida, i batteri non trovando resistenza, attaccano i denti e li bucano.

L’aumento degli estrogeni e della vascolarizzazione, soprattutto negli ultimi mesi di gravidanza, quando il feto richiede un maggior apporto ematico per via del moltiplicarsi delle sue funzioni vitali, provocano spesso infiammazioni gengivali. 
Si parla di “gengiviti gravidiche”. Le gengive sono gonfie, arrosate e sanguinanti. Meno frequente è invece la comparsa di un ingrossamento localizzato della gengiva o “epulide gravidica”, che si presenta con una percentuale che va tra lo 0,2% e il 9,6% delle gestanti.

Tutti, in particolare le donne in dolce attesa, dovrebbero conoscere i sintomi delle patologie orali e provare a fare un’autovalutazione per individuare i cambiamenti dello stato di salute gengivale: la presenza di sanguinamento, di dolore durante la masticazione, di alitosi o mobilità dei denti.

In gravidanza sono frequenti i processi infiammatori gengivali e non devono essere trascurati. Tra i vari accertamenti, in questo particolare periodo nella vita di una donna, non deve mancare un controllo odontoiatrico e, se necessario, il ricorso alle terapie opportune. In genere si consiglia il periodo compreso tra la fine del terzo e del settimo mese di gestazione.

Un’eventuale diagnosi di parodontite necessita la stessa terapia consigliata a qualsiasi paziente, ossia l’eliminazione dl biofilm batterico (insieme di batteri), con controllo degli esiti di guarigione entro la 28° settimana, termine oltre il quale, la seduta odontoiatrica, potrebbe essere di maggior affaticamento per la futura mamma.

La Federazione Europea di Parodontologia, recentemente, ha pubblicato delle Linee Guida per le donne in gravidanza che si riassumono in:
  • Imparare a riconoscere i sintomi di gengivite e parodontite
  • Fare una visita di controllo dal dentista
  • Se c’è parodontite, intervenire entro il secondo trimestre di gravidanza
  • Non temere eventuali radiografie o anestesie locali
  • Se necessario, e sotto controllo medico, si possono assumere antibiotici e antidolorifici
  • Attenzione alle complicanze di parodontite si può rischiare un parto pretermine o la nascita di un bimbo sottopeso
A questo proposito, la World Health Organization, nel progetto “Born too soon” (nato troppo presto), include, tra le cause possibili di parti pretermine o bimbi nati sottopeso, anche quelle dentali. Questo è dovuto ad un meccanismo di colonizzazione batterica a distanza e all’incremento di sostanze infiammatorie (prostaglandine e interluchine) che sono regolatori della risposta infiammatoria.

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