L’ipersensibilità dentale è un disturbo orale molto comune. Colpisce gran parte della popolazione adulta di
età compresa tra i 20 e i 50 anni e secondo studi clinici si presenta con maggiore frequenza nelle donne. Data la sua elevata incidenza è opportuno
affrontare il problema dei denti sensibili sia dal punto di vista del suo trattamento che della sua diagnosi.
Ne abbiamo parlato con il
Dottor Giorgio Verna, igienista dentale e odontoiatra della
Dental Unit presso l’
Ospedale San Carlo di Nancy di Roma.
Dottor Verna cos’è l’ipersensibilità dentale e cosa la provoca?
Per ipersensibilità dentale si intende
un dolore breve e molto acuto, che può colpire sia un singolo dente che più denti insieme. Il dolore si manifesta quando il dente o la zona interessata vengono a contatto con uno stimolo esterno. Ciò accade quando la dentina, ossia quella parte del dente situata tra lo smalto e la polpa, perde la sua naturale protezione e si ritrova così
esposta a stimoli termici come il freddo e il caldo, stimoli meccanici come la
pressione dello spazzolino e stimoli chimici come il
contatto con alimenti acidi. La dentina è costituita da migliaia di microscopici tubi chiamati tubuli dentali, la cui funzione è quella di collegare la parte esterna dei denti con le loro terminazioni nervose. Quando la dentina è esposta i tubuli dentali consentono agli stimoli esterni di arrivare direttamente ai nervi, causando così fastidio e dolore. Il dolore normalmente tende a scomparire non appena lo stimolo si interrompe.
Quali sono le cause che provocano ipersensibilità dentale?
Esistono diversi
fattori di rischio e/o cause che possono provocare un’eccessiva sensibilità dentale e tra le principali troviamo:
- un'igiene orale non corretta e spesso associato l'utilizzo di dentifrici abrasivi e/o spazzolini troppo duri che finiscono per erodere lo smalto;
- presenza di acidi gastrici, soprattutto nei pazienti che soffrono di reflusso gastrico o disturbi del comportamento alimentare;
- l’assunzione frequente di bevande acide;
- la tendenza a digrignare o serrare i denti durante la notte;
- trattamenti di sbiancamento dentale e sedute di igiene orale professionale, come conseguenza temporanea degli stessi;
- recessione gengivale;
- patologie parodontali;
Una corretta igiene orale può aiutare ad alleviare i fastidi?
Una
corretta igiene orale è la prima fase del trattamento desensibilizzante. L’igienista dentale illustrerà al paziente come usare in maniera corretta i presidi che gli saranno prescritti e quali
paste dentifricie e collutori desensibilizzanti dovrà usare per la sua igiene orale domiciliare, indicando per ognuno di essi le esatte quantità.
Spazzolino dalle setole morbide e dentifrici salini sono davvero utili?
In commercio ad oggi esistono degli spazzolini specifici per il trattamento dei denti sensibili che permettono un’adeguata rimozione di placca e batteri senza danneggiare lo smalto dei denti o irritare le gengive.
Stessa cosa vale per i dentifrici. Oggi quelli in commercio ne esistono davvero tantissimi per il trattamento dei denti sensibili e nella loro formulazione sono spesso presenti sali come il nitrato di potassio, l’arginina e il carbonato di calcio.
Questi sali sono utili perché hanno la capacità di occludere i tubuli dentinali esposti, riducendo così l’azione degli stimoli che provocano dolore.
Se i trattamenti domiciliari non funzionano è opportuno rivolgersi all’igienista dentale che procederà a modificare i trattamenti.
È corretto utilizzare il filo interdentale se si hanno i denti sensibili?
Il
filo interdentale è indispensabile per una corretta e completa igiene orale domiciliare, perché rimuove i residui alimentari e la placca batterica normalmente presenti sulla superficie dei denti e negli spazi interdentali, che con il tempo possono
provocare patologie parodontali e conseguente ipersensibilità dentale. L’importante è scegliere un filo interdentale specifico per denti sensibili, magari sotto consiglio dello specialista.
Esistono cibi o alimenti da evitare per non aggravare il disturbo?
Assolutamente sì, esistono dei cibi che possono accentuare o favorire l’insorgere del disturbo e che quindi è meglio evitare. È pertanto consigliabile limitare il consumo di:
- bevande acide e/o gassate;
- alcolici;
- frutta come mele, limoni e arance;
- succhi di frutta e bevande ricche di zuccheri;
- caramelle;
- caffè;
Quando è opportuno rivolgersi allo specialista?
Non appena si avvertono
sintomi come dolore o fastidio i denti è opportuno fissare un primo appuntamento con l’igienista dentale, che durante la visita valuterà lo stato di salute orale del paziente, verificando la possibile presenza di carie, otturazioni o recessione gengivale, così da intervenire tempestivamente su entrambi i problemi.
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Fonti
www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3927677
www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/32110618
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