Salute orale e qualità del sonno: quando i disturbi del sonno si originano dalla bocca

Salute orale e qualità del sonno: quando i disturbi del sonno si originano dalla bocca
I disturbi del sonno sono una condizione molto comune e a soffrirne è gran parte della popolazione mondiale. Secondo quanto evidenziati dagli studi clinici, alcuni disturbi possono dipendere da patologie dentali e il loro trattamento richiede la collaborazione fra il dentista e l’esperto in disturbi del sonno. Abbiamo approfondito la relazione esistente tra disturbi del sonno e patologie orali con il professor Fabio Cirignotta, neurologo ed esperto dei disturbi del sonno presso la Clinica Privata Villalba a Bologna.
 

Professor Cirignotta quali sono i disturbi del sonno di interesse odontoiatrico?

I disturbi del sonno che originano dalla bocca, detti anche “dental sleep disorders”, sono diversi e includono l’apnea ostruttiva nel sonno, il bruxismo, l’ipersalivazione, la xerostomia e l’insonnia da dolore oro- facciale.
 

Professore, può spiegarci in cosa consiste la sindrome dell'apnea ostruttiva nel sonno e come si interviene per trattarla?

Certo. La sindrome dell'apnea ostruttiva nel sonno, indicata anche con la sigla OSAS, è una patologia cronica molto diffusa ed è caratterizzata da un collasso, transitorio e ripetitivo, delle pareti della faringe durante il sonno. Spesso le apnee ostruttive nel sonno rappresentano la naturale evoluzione del russamento.

Nelle sue forme gravi l’OSAS rappresenta un fattore di rischio per le malattie cardiache e cerebrovascolari e, nel caso in cui si associ a sonnolenza diurna, anche ad un aumento del rischio di incidenti stradali.

Fra i diversi fattori che possono favorire la comparsa del disturbo ci sono le anomalie del palato, la macroglossia, ossia l’ingrossamento diffuso della lingua, e la retrognatia, ovvero lo spostamento indietro della mascella superiore.

Una delle possibilità terapeutiche, oltre alla CPAP (Continuous Positive Airway Pressure) e agli interventi chirurgici ORL o maxillo-facciali, è rappresentata dagli apparecchi endoorali di avanzamento mandibolare (MAD) e questo sta determinando un crescente interesse dei dentisti per questa patologia. È fondamentale segnalare che per intervenire in maniera efficace sul problema è necessario un approccio multidisciplinare fondato sulla collaborazione di più figure mediche, di solito dentista, neurologo, pneumologo e otorinolaringoiatra, che abbiano una qualificata esperienza nei disturbi del sonno.


In cosa consiste invece il bruxismo e cosa comporta?

Il bruxismo consiste nella tendenza del paziente a serrare o digrignare i denti durante il sonno, un’abitudine pressoché involontaria che può portare a cefalee temporali, rigidità dei muscoli mandibolari e usura dei denti.

Il bruxismo è presente nell’OSAS in una percentuale che, in base ai dati polisonnografici, varia dal 34% al 65%, per questo motivo, nei pazienti con bruxismo va sempre sospettata una possibile OSAS e approfondita l’anamnesi clinica.

Oltre che alle apnee notturne il bruxismo è spesso associato anche ad altri disturbi del sonno fra cui la sindrome delle gambe senza riposo e l’insonnia. In particolare, secondo quanto riportano alcuni studi clinici chi soffre di bruxismo lamenta anche difficoltà ad addormentarsi e risvegli notturni, seguiti da sonnolenza diurna.
Il trattamento del bruxismo si fonda sull’utilizzo di speciali apparecchi ortodontici da indossare la notte, chiamati bite, che evitano il digrignamento e serramento dei denti.


In cosa consistono l’ipersalivazione e la xerostomia notturna?

L’ipersalivazione notturna deve essere sospettata quando il paziente riferisce di trovare spesso il cuscino bagnato di saliva. La sua prevalenza è di circa l’8% ed è associata ad una ridotta frequenza di deglutizione nel sonno. Nei casi più gravi viene descritta come “sindrome da anormale deglutizione nel sonno” ed è caratterizzata da aspirazione di saliva con risvegli improvvisi nel sonno, tosse o sensazione di soffocamento.

Nel caso in cui l’ipersalivazione sia causata dalla presenza di protesi dentali o un’infezione gengivale è necessario l’intervento del dentista per trattare in maniera efficace il problema.

La xerostomia notturna è caratterizzata da una sensazione di bocca o gola secca che causa fastidio e porta il paziente a svegliarsi spesso durante la notte per bere. È spesso lamentata dai pazienti con OSAS o forte russamento, o da quelli che assumono farmaci. Fra le condizioni mediche che possono provocare questo disturbo vanno ricordati il diabete, le infezioni delle vie aeree e la sindrome di Sjogren.


Esistono anche altre patologie dentali e gengivali che possono alterare il sonno?

Sì. Negli ultimi anni alcuni studi hanno fornito sostanziali evidenze sull’associazione di un sonno di breve durata e di scarsa qualità con la malattia parodontale. Questa associazione potrebbe essere spiegata dal fatto che un sonno inadeguato fa aumentare i fattori pro-infiammatori e lo stress ossidativo, a loro volta elementi che possono favorire la comparso e lo sviluppo della parodontite. Sono tuttavia necessari ulteriori studi per chiarire il legame tra le due condizioni.

Un’altra condizione che può favorire la comparsa di disturbi del sonno è il dolore oro-facciale.

I pazienti con sintomatologie dolorose legate a cause dentali o dell’articolazione temporo-mandibolare presentano spesso difficoltà di addormentamento, risvegli frequenti, sonno non riposante, stanchezza e difficoltà di concentrazione durante il giorno. Spesso il disturbo del sonno viene sottovalutato dal paziente rispetto al problema del dolore e non viene riferito all’odontoiatra, che di conseguenza non può procedere a un approfondimento anamnestico. Se durante la visita emerge una significativa alterazione del sonno, il dentista può avviare il paziente ad un percorso specialistico per la terapia cognitivo-comportamentale o farmacologica dell’insonnia per trattare il problema. Il miglioramento del sonno può giovare alla concomitante terapia specifica adottata per le cause del dolore, specialmente se questo è cronico.
 

Qual è il ruolo del dentista nel trattamento dei disturbi del sonno?

In sintesi il dentista dovrebbe:
  • svolgere una funzione di screening dei “dental sleep disorders
  • collaborare con una rete di specialisti esperti in disturbi del sonno per gli aspetti diagnostici e terapeutici 
  • inserire nella propria attività di formazione ed aggiornamento le nozioni generali della Medicina del sonno 
Per maggiori informazioni visita il sito o contattaci tramite il form dedicato



Condividi

anni
Trova una sede Prenota una visita Chiedi informazioni