Scanner intraorale: meno fastidi e maggiore precisione in odontoiatria

Scanner intraorale: meno fastidi e maggiore precisione in odontoiatria
Per l’odontoiatra l’impronta dentaria è una procedura fondamentale, grazie alla quale può creare un modello dell’arcata superiore e inferiore di ciascun paziente. Il metodo tradizionale, basato su pasta di alginato, spesso è mal tollerato e scatena una sensazione di nausea o di forte disagio.
Presso il Primus Forlì Medical Center, il Dott. Dimitri Fusaroli, specialista in ortodonzia, realizza l’impronta dentaria con un innovativo scanner intraorale. Rispetto al metodo tradizionale, questo sistema unisce la maggiore precisione al minor disagio per il paziente.

Come funziona lo scanner intraorale?

Grazie a una telecamera montata su un puntale, lo scanner intraorale crea un modello tridimensionale della bocca. Spostando la telecamera da dente a dente, il dentista ricostruisce in pochi minuti la forma e la posizione delle arcate dentarie con un livello di precisione molto elevato.  
 

Quali sono i vantaggi dello scanner intraorale?

Oltre alla maggiore precisione rispetto alle impronte tradizionali, lo scanner intraorale offre molti altri vantaggi, di cui beneficiano sia il paziente sia l’odontoiatra.

Lo scanner è un sistema meno invasivo e ben tollerato da tutti i pazienti, inclusi i bambini, che apprezzano l’interattività del touch-screen e si divertono a esplorare la propria bocca.

Con la scansione tridimensionale il paziente acquisisce da subito una maggiore consapevolezza dello stato di salute della propria bocca, perché può visualizzare in tempo reale la posizione e lo stato dei denti, osservando sullo schermo la presenza di carie, tartaro o placca e disallineamento.

Grazie a un software dedicato, lo scanner mostra già dalla prima visita quale sarà il risultato finale di un trattamento di ortodonzia. Nel caso di allineatori invisibili, lo scanner permette di programmare tutte le mascherine necessarie al trattamento e di verificare spesso se la bocca sta seguendo il piano di trattamento impostato. 
In passato, i traguardi intermedi di un trattamento venivano monitorati con semplici fotografie, cioè immagini bidimensionali: il passaggio alla scansione tridimensionale offre oggi al dentista uno strumento in più per verificare la risposta al trattamento e per intervenire, se necessario, con misure correttive.
 



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