Dentalscan o Cone Beam: cosa cambia?

Dentalscan o Cone Beam: cosa cambia?
L’esame diagnostico di riferimento per l’indagine delle patologie dentali è stato a lungo l’ortopantomografia, meglio nota come panoramica delle arcate dentarie. Grazie ai progressi tecnologici, sono disponibili due procedure in gradi di fornire dati più dettagliati e in 3D: la TAC Dentalscan e la TAC Cone Beam, quest’ultima la tecnica maggiormente all’avanguardia.


Cone Beam e Dentalscan: cosa sono

La tecnica Dentalscan, detta anche CTMD (Computized Tomography Multi-Detector), sfrutta il principio di funzionamento della tomografia computerizzata: il paziente si distende supino sul lettino e il tomografo acquisisce le immagini della zona interessata utilizzando i raggi X. Anche la TAC Cone Beam prevede l’utilizzo di un fascio radiante, ma a forma di cono: ciò consente di mirare con precisione all’area da indagare, con minime dosi di raggi X.


La differenza tra TAC Cone Beam e Dentalscan

Cone Beam e Dentalscan sono entrambe tecnologie da esame di secondo livello, ma, oltre che per la modalità di utilizzo delle radiazioni, differiscono anche per altre caratteristiche.

La TAC Dentalscan:
  • permette di valutare con una certa precisione la densità ossea, molto utile prima di un intervento di implantologia
  • è caratterizzata da un’ottima risoluzione di contrasto, indicata per i tessuti molli.
La TAC Cone Beam:
  • assicura una dose di raggi X bassissima, da 5 a 20 volte inferiore rispetto alla TC standard. Questo la rende molto adatta ai pazienti più piccoli
  • ha una struttura aperta e dotata di uno scanner meno ingombrante, simile all’usuale ortopantomografo. Ciò va a vantaggio delle persone più ansiose o con problemi di mobilità, poiché è possibile sottoporsi all’esami sia in piedi, sia in posizione seduta
  • consente di ottenere immagini di elevatissima qualità: i dati ottenuti vengono infatti elaborati in modo da tradursi in immagini tridimensionali e prive di sovrapposizioni
  • dura pochissimo: dai 10 ai 20 secondi
  • in presenza di ponti o impianti, permette di ridurre la possibilità di artefatti
  • rispetto alla Dentalscan, fa sì che si possano trattare i dati su tutto il volume ottenuto.

Se dunque la domanda è “Dentalscan o Cone Beam?”, l’unica risposta possibile è: tutto dipende da ogni singolo quesito diagnostico, nonché dall’età e dallo stato di salute del paziente. Sarà sempre cura del medico indicare l’esame più adatto.


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