Ripristinare il sorriso dei pazienti è tra i principali obiettivi dell’odontoiatria restaurativa.
Il colore è sicuramente uno degli aspetti fondamenti alla base del sorriso e per questo la sua definizione diventa una pratica imprescindibile in odontoiatria estetica e protesica.
Il colore, infatti, è composto dai seguenti elementi:
- Tinta - colore di base del dente, che corrisponde alla lunghezza d’onda riflessa dal corpo di dentina; la scala VITA ne distingue quattro, ciascuno identificato con una lettera: A (rosso-marrone), B (arancione-giallo), C (grigio-verde), D (rosa-grigio);
- Croma - è il grado di saturazione del colore;
- Valore - è la quantità di luce che il dente cattura.
Compatibilmente all’importanza dell’occhio umano che rimane sempre lo “strumento” più efficace per notare differenze o sfumature, in odontoiatria estetica la scelta del colore parte dalla cromia degli elementi dentari già presenti.
Per determinare il colore dei denti, ogni dentista ha a disposizione una scala colori che rappresenta i colori naturali divisi per tonalità (A-D) e per intensità (1-4); in particolare, per gli sbiancamenti la scala di colori viene organizzata dalla tonalità più scura (C4) a quella più chiara (B1).
Per quanto riguarda invece l’odontoiatria protesica, la scelta e la definizione del colore assumono una diversa complessità dovuta al passaggio di informazioni con il tecnico che produrrà fisicamente la protesi.
La riproduzione corretta del colore è strettamente correlata alle diverse masse di ceramica o di resina composita o, in alternativa, all’applicazione di un singolo materiale, per questo, sempre di più, i dentisti prediligono l’impiego di video e fotografie per una comunicazione più efficace con il tecnico.
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