Le agenesie dentali nei bambini: come, quando e perché?

Le agenesie dentali nei bambini: come, quando e perché?
Quando si parla di agenesie dentarie si intende l’assenza congenita di uno o più denti, che può interessare sia la dentizione decidua (denti da latte) sia, con maggior frequenza, la dentizione permanente.
Ci confrontiamo con la Dott.ssa Ilaria Cremonesi, Pedodonzista ed Odontoiatra della Dental Unit di Maria Cecilia Hospital.
 
Come comportarsi di fronte a una presunta agenesia?
 
L’agenesia è uno dei temi trattati durante i primi incontri con un Pedodonzista,  infatti la mancanza di elementi dentari può comportare problemi di malocclusione dentale e difetti estetici anche nei pazienti più giovani.
La diagnosi di conferma si ottiene attraverso un’indagine radiologica (ortopantomografia) che non occorre sui bambini programmare prima degli 6-7 anni, salvo esigenze odontoiatriche specifiche. Nel caso in cui elementi dentari permanenti siano in agenesia, sarà importantissimo cercare di mantenere i denti da lette corrispondenti il più possibile.
 
Quali sono le cure più indicate?
 
La terapia delle agenesie deve coinvolgere diversi specialisti al fine di individuare il piano di trattamento più idoneo ad ogni singolo giovane paziente. E’ importante ricordare che effettuata la valutazione diagnostica, il trattamento di ogni paziente si costruisce in base alla sua età, alla struttura scheletrica, alle esigenze estetiche richieste.
Vi sono degli esempi concreti che possono esser di aiuto per una maggior comprensione: la mancanza di un incisivo può creare un disagio estetico importante, mentre la mancanza di un premolare o di un molare può creare disagi a livello funzionale, soprattutto se non trattato nei tempi e nei modi adeguati.
In caso di agenesie nei pazienti più piccoli gli specialisti di ortodonzia e protesi, sono coloro che si occuperanno in particolare di formulare il corretto piano di trattamento. L’ortodonzista è sicuramente lo specialista che entra in gioco per primo in caso di agenesie nei pazienti in età evolutiva: questa figura durante la sua valutazione radiografica e clinica raccoglie i parametri scheletrici del paziente, e sulla base di essi, insieme al collega formula il piano di trattamento. Il protesista generalmente entra in gioco a crescita ultimata e andrà a colmare gli spazi con soluzioni protesiche mobili o fisse.
 
Quali sono i possibili trattamenti? 
 
Le possibilità di trattamento sono principalmente due: la chiusura degli spazi e l’inserimento di una protesi.
Il primo trattamento prevede l’utilizzo di un apparecchio ortodontico di tipo fisso, con la finalità di evitare una riabilitazione protesica soprattutto in pazienti molto giovani. Mentre per quanto riguarda l’inserimento di protesi, dopo un trattamento ortodontico di tipo fisso, si tratta della creazione dello spazio adeguato (durante il trattamento ortodontico fisso, gli spazi nelle zone estetiche possono essere provvisoriamente colmati inserendo elementi dentari finti nell’apparecchio). Rimosso l’apparecchio e creati gli spazi vi sono, poi, tre alternative: protesi adesiva (Maryland), protesi supportate da impianti e le protesi tradizionali, fisse o mobili.

Per prenotare un consulto gratuito o avere maggiori informazioni in merito al tema trattato potete chiamare lo 0545.217117 



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