Pulizia dei denti

Toccare tutti i punti fondamentali del cavo orale durante l’igiene quotidiana non è affatto semplice. Spazzolare i denti almeno tre volte durante il giorno consente di rimuovere la maggior parte di batteri e placca. Ma quest’ultima inizia a calcificarsi già dopo sole 8 ore, tramutandosi in tartaro. Inoltre, è tecnicamente impossibile eliminare batteri e placca che si sono depositati nelle zone più difficili da raggiungere.

È qui che si rende indispensabile la pulizia denti o igiene dentale professionale, che corrisponde a una serie di procedure, messe in atto da un igienista dentale professionista, con l’obiettivo di mantenere sani lo smalto dentale e le gengive.

Una prima precisazione aiuta a capire cosa sia la pulizia dei denti, poiché spesso con tale espressione si vuole intendere la sola detartrasi: ma quest’ultima, che consiste nell’ablazione del tartaro, è in realtà una delle procedure che fanno parte della pulizia dentale stessa.

 

La complessità e l’importanza dei denti


Prendersi cura della salute del cavo orale si traduce in un benessere non limitato alla bocca stessa. Avere una dentatura regolare e ben curata significa masticare bene, alimentarsi correttamente, comunicare in modo efficace con le altre persone, godere di una buona immagine di sé e di una qualità della vita ottimale. L’utilità della pulizia denti professionale sarà evidente nel momento in cui si visualizzerà la struttura dei denti stessi nel contesto in cui si trovano:
 
  • Corona, ossia la zona visibile, la cui forma varia a seconda della funzione (taglio, macina, ecc.).
  • Colletto, punto d’incontro fra gengiva e dente. Data la delicatezza della sua posizione, è il punto in cui più facilmente possono accumularsi placca e tartaro. C’è inoltre da considerare la sua composizione: si tratta di cemento radicolare, dalla consistenza porosa, che si trova a contatto con la polpa.
  • Una o più radici all’interno dell’osso alveolare. I denti incisivi, canini e premolari inferiori ne hanno una sola, mentre molari e premolari superiori possono averne due o tre.

A sua volta, ogni dente è suddiviso in strati: quello più esterno è lo smalto, il tessuto maggiormente mineralizzato nel nostro organismo; subito sotto, è presente la dentina, il tessuto osseo da cui dipende il colore del dente; lo strato più profondo è la polpa, dove si trovano nervo e vasi sanguigni. Se il dente non è oggetto della dovuta cura, lo smalto può andare incontro a un processo di deterioramento, che può coinvolgere dentina e infine polpa, la parte vitale.
Dunque, l’igiene dentale cos’è e come può supportare il miglior stato di salute dei nostri denti?

 

Perché si ricorre a una seduta di igiene dentale


Quella che è comunemente nota come placca è costituita da batteri, cellule morte e piccolissimi residui di cibo che non sono stati rimossi correttamente tramite l’igiene orale quotidiana. La sua calcificazione è dovuta all’azione della saliva, o meglio alla precipitazione dei sali di calcio e fosfato presenti in essa. È così che la placca può diventare tartaro.
Il ruolo della saliva è reso ancor più chiaro da questo dato: le aree della bocca dov’è possibile trovare più tartaro sono quelle prossime alle ghiandole salivari maggiori. Inoltre, bisogna sottolineare che, anche in presenza di impianti, il tartaro non pone fine alla propria attività di “occupazione”.

Ecco perché è essenziale procedere periodicamente con un’igiene orale professionale. Ciò vale anche per i pazienti più piccoli, che devono essere educati a una corretta pulizia dei denti fin dalla comparsa di quelli decidui. La placca può infatti formare le proprie incrostazioni anche sui denti da latte.
Nel caso dei bambini, una buona igiene dentale professionale può essere quindi necessaria soprattutto se quella domiciliare non viene portata avanti con regolarità.

Una pulizia fatta dal dentista consente di apportare alla bocca non solo un sollievo immediato, ma anche una maggiore sicurezza a lungo termine, con effetti significativi e duraturi anche su eventuali lavori odontoiatrici.
La pulizia denti porta benefici come:
 
  • La rimozione di placca e tartaro in profondità, negli spazi fra i denti e anche sotto le gengive, senza alcun danno agli uni o alle altre.
  • La lucidatura e la smacchiatura della superficie dentale, che risulta più brillante e bianca alla vista.
  • Il rafforzamento dei denti, che in questo modo possono godere di una vita più lunga.
  • Il contrasto dell’ipersensibilità dentinale, che si presenta con un dolore particolarmente fastidioso.
  • La prevenzione di problematiche e patologie vere e proprie.

 

Pulizia denti e patologie da evitare


L’accumularsi di batteri e tartaro, soprattutto sotto le gengive, può infatti portare allo sviluppo di un ampio spettro di conseguenze spiacevoli. Se la prima, e più “semplice” da affrontare, è l’alitosi, ossia l’alito pesante dovuto alla proliferazione batterica, altre più urgenti problematiche possono essere:
 
  • Gengivite, dovuta in primo luogo a un accumulo incontrollato di placca, ormai parzialmente trasformatasi in tartaro. L’azione combinata di placca e tartaro provoca un’infiammazione del tessuto gengivale, con arrossamento e gonfiore. È vero che tale manifestazione è molto diffusa e di per sé non allarmante, ma non è da trascurare, in quanto può degenerare e causare lo sviluppo di parodontite.
  • Parodontite, un’infiammazione cronica originata in primis dalla formazione delle tasche parodontali fra gengive e denti. Queste sacche possono arrivare a intaccare la parte più profonda della struttura dentale, dove i tessuti non hanno la possibilità di ossigenarsi a dovere. Si tratta dunque dell’ambiente ideale per la proliferazione di batteri molto aggressivi. Fra i vari sintomi di questa patologia vi sono recessione gengivale ed esposizione delle radici, in alcuni casi talmente serie da rendere mobili i denti (piorrea) e provocarne la caduta, soprattutto nei soggetti in età avanzata. Inoltre, dal momento che i batteri si inseriscono nella circolazione sanguigna, la parodontite può anche essere la causa apparentemente indiretta di problemi cardiovascolari e perfino parti prematuri.
  • Pulpite dentale, ossia l’infiammazione della polpa dentale, che si manifesta con un dolore pulsante al dente e non è semplice da riconoscere. Se non tempestivamente riconosciuta e trattata, la pulpite può portare alla necrotizzazione della polpa.
  • Carie profonda, che si forma sotto la placca batterica che aderisce al dente. L’igiene orale non ottimale non è la sola causa del suo sviluppo, legato anche a disallineamento dentale, fragilità, minore quantità di saliva, fumo o alimentazione scorretta. Anche in questo caso, fondamentale è un trattamento rapido: la carie può infatti spingersi fino alla dentina e poi alla polpa, con conseguente coinvolgimento dei tessuti nervosi.
 

Come si fa la pulizia dei denti


In sintesi, l’igiene dentale come viene fatta? In diverse fasi.

Quando si procede all’ablazione del tartaro, è possibile farlo in diversi modi.
La detartrasi può innanzitutto essere sopragengivale (concentrata sulla zona visibile dei denti) o sottogengivale (profonda e focalizzata sull’area meno esposta delle gengive, e per questo si esegue in genere con anestesia locale).

Nel primo caso, risulta particolarmente idonea la detartrasi a ultrasuoni, in cui l’azione di questi ultimi, ossia la rottura dei frammenti di tartaro, è coadiuvata da quella di un getto d’acqua pressurizzata, che permette ai detriti di defluire. Talvolta, questa procedura viene praticata insieme alla detartrasi manuale, che attraverso strumenti come le curette in acciaio permette di eliminare placca e tartaro senza scalfire lo smalto dentale.

Si applica in seguito una pasta abrasiva specifica per rimuovere i residui di placca e soprattutto le macchie presenti all’esterno dei denti, in genere dovute al consumo di caffè, vino (ricco di tannini) o al fumo.

Si procede con la lucidatura dei denti, che è possibile eseguire con due tecniche:
 
  • Polishing, che consiste nell’applicazione di una pasta apposita con uno spazzolino
  • Air flow, che prevede l’uso di un getto pressurizzato d’aria, acqua e bicarbonato. Questa tecnica si rivela ottima anche per la pulizia del cavo orale nella sua interezza

Sui denti, lucidi e bianchi, vengono poi applicate mascherine al fluoro per rinforzare lo smalto e prevenirne il deterioramento. Se il paziente soffre di ipersensibilità dentinale, è inoltre possibile applicare una pasta particolare per ridurne gli effetti. Il paziente deve infine risciacquare la bocca con abbondante acqua, in modo da eliminare gli ultimissimi residui.

 

Pulizia denti: tutte le risposte


Quando si parla di pulizia eseguita dal dentista, il paziente si pone alcune domande non solo sulle tecniche di esecuzione, ma anche su dinamiche specifiche.
 
  • La pulizia dei denti fa male? In condizioni standard, la pulizia dentale non fa male. Ma bisogna anche tenere conto di alcuni elementi: la quantità di placca o tartaro depositata, la profondità degli accumuli, la sensibilità personale del paziente. In alcuni casi, come ad esempio quando si rende necessaria una detartrasi sottogengivale, è possibile che venga somministrata un’anestesia locale. In definitiva, si può dire che più il paziente sarà regolare nel sottoporsi a igiene dentale e sempre minore sarà il rischio che la procedura risulti fastidiosa.
  • Pulizia dei denti: ogni quanto farla? I maggiori benefici sono dati anche dalla regolarità con cui ci si sottopone all’igiene dentale. Le migliori pratiche di prevenzione prevedono una seduta almeno una o due volte all’anno. Più strette sono in genere le tempistiche per i pazienti caratterizzati da patologie o disturbi del cavo orale, che ogni 3 mesi dovrebbero sottoporsi a pulizia dentale. Da non dimenticare il ruolo della visita dentistica di controllo, che consente la valutazione dello stato dei denti e soprattutto la possibile diagnosi di carie in formazione. La cadenza con cui si procederà alla pulizia sarà quindi determinata da alcuni segni clinici ravvisabili durante la visita: sanguinamento, quantità di placca e/o tartaro, eventuale presenza di tasche parodontali, ecc.
  • Qual è la durata di una pulizia denti? In genere si assesta fra i 45 e i 60 minuti, anche se naturalmente tutto dipende dalla situazione che l’igienista dentale si trova a gestire. Quando i depositi di tartaro sono particolarmente ostici da trattare, la durata dell’igiene dentale può prolungarsi.

 

Cosa fare e non fare dopo una pulizia denti


Subito dopo la seduta di igiene dentale si può mangiare, a meno che l’igienista non abbia applicato fluoro sulla dentatura. In tal caso, il paziente deve aspettare almeno mezz’ora. In ogni caso, è bene non consumare cibi molto duri o croccanti, né appiccicosi. Anche le spezie sono da evitare nell’immediato.

È inoltre consigliabile non consumare per almeno un’ora cibi o bevande zuccherati o macchianti (compresi caffè e tè) ed evitare il fumo per almeno due ore.

L’igiene orale domiciliare sarà nelle settimane seguenti la migliore alleata di quella professionale, compreso il filo interdentale, che però non deve essere usato subito dopo la seduta.
Il paziente deve spazzolare i denti almeno tre volte al giorno, in ogni caso dopo ogni pasto, con un dentifricio di alta qualità; ricorrere al filo interdentale una volta al giorno; usare collutori ricchi di fluoro per il risciacquo del cavo orale.

È possibile che il paziente rilevi un lieve sanguinamento delle gengive, assolutamente temporaneo. In ogni caso, lo si può ulteriormente alleviare usando uno spazzolino a setole morbide, applicando dentifrici e collutori per denti sensibili e facendo risciacqui con acqua e sale oppure olii essenziali con proprietà lenitive.

 

Dove sottoporsi a una pulizia denti accurata


Per il suo delicato ruolo, la dentatura deve essere protagonista di un percorso di prevenzione e trattamento integrato, all’interno di strutture specializzate. Presso le Dental Unit GVM Care & Research il paziente può condividere la propria storia clinica e ricevere una pianificazione personalizzata di tutte le fasi di trattamento, grazie alle competenze di una squadra multidisciplinare e alle tecnologie più all’avanguardia, non solo in sede di diagnosi, ma anche in sala operatoria: qui il medico chirurgo riceve il supporto costante di uno specialista in anestesiologia e rianimazione.

Il paziente è sempre il perno su cui ruota ogni procedura: in caso di odontofobia, può essere sostenuto grazie a specifiche metodiche di sedazione, e sono state studiate prassi specifiche di diagnosi e trattamento in caso di disabilità o altre esigenze.
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