Protesi fissa e mobile

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La protesi dentale o dentaria è il dispositivo medico che va a sostituire denti danneggiati in modo irreparabile oppure del tutto mancanti. Si tratta di un ruolo indispensabile nel migliorare la qualità della vita del paziente, in quanto l’edentulia (l’assenza di denti) influisce negativamente su di essa prima di tutto a livello estetico e dunque anche psicologico, ma anche nel semplice atto di masticare o di articolare il linguaggio, che talvolta risulta poco comprensibile e crea ulteriore disagio.

È il medico specialista odontoiatra a valutare l’opportunità dell’impianto di protesi dentarie, durante la visita odontoiatrica. La visita prevede la raccolta di tutte le informazioni utili a comprendere nel migliore dei modi la storia clinica del paziente, che è alla base della diagnosi. Il medico ricorre all’esame obiettivo, analizzato lo stato dei denti e della bocca nella sua totalità.

In seguito, il paziente deve sottoporsi a esami strumentali specifici che consentono al medico di valutare la situazione tenendo conto di tutto ciò che non è visibile a occhio nudo. Una volta ottenuti tutti i dati necessari, lo specialista può formulare una relazione sulla situazione clinica del singolo paziente e la proposta mirata di trattamento.

 

Perché si perdono i denti?


I fattori che portano alla caduta di uno o più denti possono essere di varia natura, patologica e non:
 

Se a tali cause o concause si unisce una scarsa attitudine per la prevenzione, con controlli periodici troppo rari, è purtroppo facile che si creino le condizioni ideali per lo sviluppo di colonie batteriche molto aggressive, la cui azione intacca il dente fino a renderlo irrecuperabile.

 

La protesi dentale fissa


La si cita spesso, ma cos’è la protesi dentale fissa?
È il manufatto che consente di riparare in modo stabile a diversi tipi di danno: permette di ricostruire un elemento danneggiato e di sostituire uno o più denti mancanti, in quanto viene ancorata in via permanente ai denti residui oppure agli impianti presenti nell’area edentula. Il paziente non deve mai rimuovere la protesi fissa. Essa può essere confezionata in materiali esteticamente adatti al volto di ciascun paziente, di qualsiasi elemento si tratti. Una protesi dentaria fissa può essere infatti di vari tipi:
 

  • Faccetta, una lamina molto sottile (da 0,5 a 0,7 millimetri) che viene applicata con una colla apposita sulla superficie di uno o più denti anteriori. L’effetto è esteticamente ottimo, in quanto l’aspetto del dente può cambiare in colore, forma, lunghezza e posizionamento. Non sempre è però indicato utilizzare una faccetta: se il dente interessato risulta molto danneggiato nello smalto o deteriorato da una carie molto estesa, è più opportuno costruire una corona.
     

  • Corona, detta anche capsula. Il manufatto può ricoprire tutto il dente di cui si conserva quantomeno la radice. Oltre a migliorare notevolmente l’estetica e favorire il ripristino delle funzionalità della bocca, la corona offre un vantaggio: è possibile adattarla a un impianto collocato in luogo di un dente mancante. Per posizionarla sul dente naturale, quest’ultimo va limato e la corona viene in seguito incollata grazie al cemento. Per posizionarla su un impianto, la corona viene cementata o avvitata. Fra i materiali biocompatibili e anallergici con cui può essere realizzata una corona vi sono alumina, disilicato di litio e zirconio. Tutti questi materiali non mutano nell’aspetto con il trascorrere del tempo.
     

  • Ponte. Questo tipo di protesi fissa dentale va a sostituire più denti (in genere 2 o 3), poggiando su due denti-pilatro localizzati ai lati della zona edentula. Per facilitare tale operazione, il dentista lima entrambi i pilastri oppure li devitalizza. Soluzioni alternative, indicate rispettivamente per la perdita di un incisivo inferiore o superiore oppure di un molare o premolare, sono il Maryland Bridge e il California Bridge, caratterizzati da ancoraggi per evitare la limatura.

 

La protesi dentale mobile


La protesi mobile ha sempre il compito di sostituire più denti mancanti, ma il dispositivo deve essere rimosso dal paziente per l’igiene orale quotidiana. Dopo ogni pasto, la protesi dentale mobile, superiore o inferiore che sia, va infatti accuratamente pulita per evitare l’accumulo di residui di cibo che potrebbero comportare lo sviluppo di colonie batteriche e future infezioni gengivali. Sarebbe bene rimuoverla anche durante il sonno notturno per facilitare la respirazione, evitare microlesioni gengivali dovute alla pressione costante e scongiurare un’usura precoce del dispositivo.

La struttura delle protesi dentarie mobili può avere ganci di ancoraggio che permettono il fissaggio ai denti esistenti oppure attacchi di precisione a denti naturali o corone protesiche. Si parla in questo caso di protesi dentale mobile parziale, detta anche scheletrato, e presenta una struttura in lega metallica (in cromo, cobalto e molibdeno) molto elastica.

Le protesi dentarie mobili più all’avanguardia sono anche disponibili con ganci invisibili, fatti in materiali non metallici, che aderiscono perfettamente alla bocca ed evitano l’effetto antiestetico (soprattutto sui denti anteriori) di un elemento estraneo molto visibile.

Si parla invece di protesi mobile totale, più comunemente nota come dentiera, quando sostituisce una o entrambe le arcate dentarie. Essa poggia sulle gengive e sulle ossa: una caratteristica che comporta un costante riassestamento della protesi a opera dell’odontoiatra, a causa del progressivo riassorbimento osseo. In ogni caso, si considera ancora come una soluzione funzionale e sostenibile.

 

Tipi di protesi dentarie


Come ogni manufatto di tipo medico, la protesi dentale cambia tipologia in base alla singola situazione su cui deve agire. Dopo aver trattato nel dettaglio la differenza fra protesi fissa e mobile, è utile soffermarsi su di una distinzione per arcate dentarie.
 

Protesi dentale superiore


Questo tipo di protesi dentale è specifica per l’arcata superiore, riservata quindi alla parte più alta della bocca. La sua costruzione dipende dal numero dei denti mancanti in questa zona. Ad esempio, se l’edentulia è totale e dunque la protesi deve rivestire l’intera arcata, è necessario realizzare almeno 4 impianti dentali. In ogni caso, la mucosa del palato costituisce una vasta superficie su cui scaricare la pressione masticatoria: questo crea una sorta di effetto adesivo che consente alla protesi mobile di stabilizzarsi.
 

Protesi dentale inferiore


Diverso è il caso della protesi mobile inferiore, la cui stabilità è ostacolata da diversi fattori: forma delle creste ossee (che cambia da persona a persona e si riduce progressivamente negli anni), la presenza della lingua, l’azione dei muscoli nel pavimento del cavo orale e nelle guance.
 

Protesi dentarie combinate e fisse su impianti


La protesi dentale combinata presenta un doppio vantaggio: è possibile rimuoverla, ma è ancorata grazie ad appositi dispositivi artificiali. Questo si traduce in un ottimo livello di funzionalità anche dopo molto tempo, grazie alla possibilità di alleggerire il carico della masticazione sui denti naturali rimasti. La protesi dentale fissa su impianti comporta l’inserimento di almeno 4 impianti dentari in una delle due arcate dentarie e il posizionamento su di essi di una protesi stabile e permanente.


La procedura prevede l’esecuzione di una TC per analizzare al meglio la situazione; la costruzione di una guida per l’operatore che inserirà gli impianti, grazie a un software dedicato; si adatta una protesi temporanea per consentire ai tessuti di guarire. Nei 4 o 6 mesi che seguono si costruisce la protesi fissa definitiva, la cui struttura portante può essere realizzata in titanio o zirconio, particolarmente resistente, mentre i denti modellati possono essere in resina o ceramica.

La protesi dentale su impianti può essere avvitata tramite microviti (Toronto Bridge) o cementata: in entrambi i casi, si tratta di metodiche di fissaggio molto valide, fra le quali il dentista può selezionare quella più indicata per il paziente.

 

Protesi dentale: i materiali


Per favorire il mimetismo ottimale con i denti naturali, la tecnologia ha studiato nel corso del tempo l’utilizzo di diversi materiali per la costruzione di protesi dentarie, fra cui i più utilizzati sono:
 

  • Resina, che ripropone una colorazione assai simile a quella del dente naturale. Può essere modellata in base alle caratteristiche individuali e alle esigenze del paziente. In genere, si sceglie la resina per una protesi dentale fissa che però viene applicata solo per poco tempo, in quanto la resina si usura più facilmente di altri materiali. Questo metodo non solo permette di valutare l’efficacia della protesi, ma consente anche all’odontotecnico di produrre il modello stabile di protesi.
     

  • Ceramica, in assoluto il materiale più utilizzato e notevolmente biocompatibile. Anche la ceramica è modellabile in base alla singola persona. Una volta all’interno del cavo orale e ben posizionata, risulta perfettamente simile ai denti naturali che la circondano, grazie alle sue peculiarità estetiche e alla resistenza della sua struttura. Nella sua versione integrale è caratterizzata da una trasparenza ancora più naturale e poco riflettente.
     

  • Composito, impiegati soprattutto nelle riabilitazioni implantari, in quanto è esteticamente assimilabile alla ceramica ma meno duro. La riabilitazione implantare è la procedura che consente a un paziente completamente privo di denti di ottenere una nuova arcata dentaria tramite l’inserimento di impianti. Può rendersi necessaria se ad esempio, dopo aver indossato per diverso tempo una protesi mobile totale, il materiale osseo si è naturalmente riassorbito e dunque non c’è più la “pavimentazione” sufficiente per la protesi stessa.
     

  • Zirconio, materiale di elevatissime qualità e lucidità, oltre che molto resistente. Il suo utilizzo consente di evitare la presenza del metallo, ad esempio in protesi zirconio-ceramica.

 

Come abituarsi alla protesi dentale


Può non essere immediata l’abitudine a indossare una protesi dentale fissa o mobile, per diversi motivi. Per quanto riguarda la protesi fissa, è possibile andare incontro a questi lievi disagi, che hanno però facile risoluzione:
 

  • Infiammazione gengivale, in particolare se le gengive sono molto sensibili. Tale sensibilità può essere accresciuta dalla cementazione recente di corone singoli o ponti. In genere, basta effettuare risciacqui con un collutorio specifico ed essere costanti nell’igiene orale quotidiana.
     

  • Lesioni minime alla mucosa delle guance, soprattutto se l’edentulia è una condizione che si era protratta per molto tempo prima del posizionamento della protesi odontoiatrica. Nel giro di poco tempo, la mucosa si abitua in autonomia a questo nuovo elemento presente all’interno della bocca.
     

  • Difficoltà nella masticazione o nell’articolazione del linguaggio, dovute per lo più a interventi sullo spessore della corona di uno o più denti. Anche in questo caso, la situazione si risolverà spontaneamente con la consuetudine all’utilizzo.
     

Per quanto riguarda invece la protesi mobile, certamente sono due le fonti di eventuale disagio per chi la indossa: la sensazione di mobilità della protesi stessa e il timore che si possa notare la sua presenza all’interno della bocca. Del resto, è perfettamente normale sentirsi in difficoltà di fronte a una novità piuttosto impattante. Il paziente può quindi mettere in atto queste semplici pratiche:
 

  • Curare l’alimentazione, scegliendo cibi morbidi o liquidi per alcuni giorni. Ad esempio, si può iniziare con pesce, verdure cotte, uova e gelato: sono tutte ottime opzioni. Questo consentirà di non caricare di eccessiva pressione le gengive, che devono adattarsi a una nuova dinamica di masticazione.
     

  • Allenare il linguaggio con alcuni esercizi a voce alta. Alcuni sono risultano più difficili di altri da articolare, in particolare “F” e “S”: ecco perché leggere e pronunciare ad alta voce parole che li contengono è molto utile. Altrettanto validi sono questi esercizi: conversare con lentezza; chiudere la bocca e deglutire; provare a ridere.
     

  • Applicare una pasta adesiva per acquisire un senso di maggiore stabilità.
     

  • Prestare attenzione a eventuali dolori persistenti o a un’instabilità molto pronunciata. In questo caso, è bene fissare una visita di controllo con l’odontoiatra: potrebbe semplicemente essere una questione di pressione in eccesso o in difetto, facilmente riadattabile da parte del dentista.
     

È inoltre importantissimo prendersi cura della protesi dentale mobile con queste accortezze: immergerla in acqua tiepida e detergente, spazzolarla e risciacquarla bene prima del reinserimento. Per favorire ulteriormente il processo, è possibile massaggiare gengive e palato con uno spazzolino morbido, in modo da evitare accumuli di placca che possono irritare le zone interessate.

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