Nessuna relazione tra procedure odontoiatriche ed endocardite

Nessuna relazione tra procedure odontoiatriche ed endocardite
Più igiene orale e meno antibiotico prima di un intervento a denti e gengive. Lo ha stabilito la Profilassi dell’endocardite infettiva, un documento congiunto della Federazione italiana di cardiologia e della Società italiana di malattie infettive e tropicali elaborato nel 2009 in concomitanza con le Linee guida per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento dell’endocardite infettiva messe a punto nello stesso anno dalla task force della Società europea di cardiologia.
 
L'endocardite è un'infiammazione del rivestimento interno del cuore (l'endocardio) che, se non curata, può danneggiare gravemente i tessuti e le valvole cardiache: a provocarla può essere una batteriemia transitoria, ossia la complicazione di un'infezione caratterizzata dalla presenza di germi patogeni nel sangue. La sua incidenza è di 3-10 casi ogni 100.000 persone l'anno, aumenta con l'età e i suoi sintomi sono febbre, soffio al cuore, embolia, setticemia.
 
Gli studi che hanno valutato l'efficacia o meno della profilassi antibiotica nel prevenire e controllare lo sviluppo di batteriemie nei pazienti sottoposti a procedure odontoiatriche, però, hanno riportato risultati contrastanti e non vi sono dati che mettano in relazione un breve infezione batterica sorta dopo un intervento dal dentista con il rischio di endocardite infettiva.
 
Pertanto “l'antibiotico preventivo” – in genere amoxicillina o ampicillina – va prescritto solo in caso di pazienti ad alto rischio (e cioè con protesi valvolari, cardiopatie congenite, endocardite pregressa) e unicamente prima di manovre odontoiatriche che richiedono la manipolazione del tessuto gengivale o della regione periapicale dei denti o che prevedono la perforazione della mucosa orale, compresi l'ablazione del tartaro e il trattamento dei canali.

Per il resto, una corretta igiene orale e periodiche visite di controllo dal dentista fanno da scudo all'infezione degli streptococchi che risiedono normalmente nella bocca e rappresentano la miglior difesa nel diminuire il rischio di endocardite infettiva.


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