Zucchero e denti: cosa genera la carie e come combatterla

Zucchero e denti: cosa genera la carie e come combatterla
Fin da bambini, ci sentiamo ripetere che lo zucchero è il peggior nemico dei denti. Genera la carie, riempie la cavità orale di impurità e, in sostanza, ci condanna a un rapporto molto difficile con la nostra bocca, anche in età adulta.
Ma le cose stanno davvero così? Lo zucchero rappresenta davvero la minaccia più grave per l’apparato dentale? Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Valentina Colabianchi, odontoiatra della Dental Unit di Clinica Privata Villalba di Bologna.

“Cerchiamo di capire innanzitutto cosa è la carie – afferma la dott.ssa Colabianchi. Si definisce “carie” l’infezione che colpisce i tessuti del dente, a causa di alcuni microrganismi – generalmente batteri – che proliferano per via dell’alimentazione e di una cattiva igiene. La particolarità di questi batteri è che sovente prediligono impiantarsi in zone in cui la concentrazione di zucchero è molto elevata. Maggiore sarà l’esposizione – sia in termini di alimenti consumati, che di tempo – superiore sarà il rischio di contrarre una corrosione dei tessuti”.

Perché lo zucchero? Alcuni batteri presenti nel cavo orale si nutrono degli zuccheri producendo acidi durante la digestione. Questi acidi rimuovono i minerali dallo smalto mediante un processo che prende il nome di “demineralizzazione”. Nel processo, si formeranno piccoli fori o erosioni, che col passare del tempo diventeranno più grandi, finché non apparirà una grande cavità, la carie”.

“Solitamente la carie si origina in superficie ma poi lavora fino a raggiungere la polpa del dente, mettendone in serio pericolo funzionalità e sopravvivenza. Se non trattata, può diffondersi negli strati più profondi del dente, causando dolore, ascessi, parodontiti e pulpiti. I sintomi includono mal di denti, dolore durante la masticazione e sensibilità a caldo e freddo”.

Quali alimenti sono più a rischio

“Tra gli zuccheri ritenuti più letali vanno inseriti senza dubbio il glucosio e il saccarosio, che si trovano ad esempio in tante bevande, in alcuni snack o anche in preparati per la colazione. Anche gli alimenti caratterizzati da una forte presenza di caramello sono considerati ad altissimo rischio, poiché la natura stessa della sostanza produce una più lunga permanenza nella bocca delle sostanze cariogene. Un’altra abitudine da evitare è quella di succhiare caramelle o dolciumi: andrebbero evitati lecca lecca o caramelle particolarmente dure che vengono mantenute in bocca a lungo, tali da aumentare sensibilmente sia la presenza che la permanenza degli acidi nelle zone più esposte. Da ultimo, i cibi industriali spesso nascondono una quantità elevata di zuccheri, così come i succhi di frutta: il loro consumo andrà controllato e possibilmente limitato”.

Quali comportamenti adottare

“Tanto per cominciare - spiega la dott.ssa Colabianchi - è bene adottare un’alimentazione equilibrata, riducendo gli apporti di zucchero e incrementando invece l’assunzione di vitamine o minerali come magnesio, calcio, fosforo e fluoro. Non è un caso se quest’ultimo appare in tantissime tipologie di dentifrici presenti in commercio: aiuta il dente a rinforzarsi contro gli attacchi batterici soprattutto nelle aree più a rischio di “sedimentazione” zuccherosa. Oltre a ridurre lo zucchero, è consigliato incorporare nella dieta verdure a foglia larga, che stimolano la salivazione e aiutano a pulire la bocca, e frutta ricca di fibre (mela, pera, frutti di bosco), che contengono sostanze antibatteriche capaci di ridurre i depositi di placca”.
“Per i bambini, è bene sia ridurre il consumo di alimenti zuccherati, ma anche educare alla pulizia frequente e rigorosa dell’apparato orale, oltre a una masticazione lenta e regolare. Ciò, infatti, soprattutto nell’età del ricambio dai denti da latte ai permanenti, finisce per favorire il rafforzamento dell’intera dentatura. Non meno importante, è consigliato sottoporsi a visite di controllo periodiche, in questo modo il dentista potrà giudicare lo stato di salute dentale bloccando sul nascere il minimo accenno di carie. E’ indicato, almeno una volta ogni 6 mesi, sottoporsi a una seduta di pulizia dei denti dal proprio dentista”.

Come si cura la carie

“La miglior cura è sicuramente la prevenzione. Qualora la carie fosse al primissimo stadio, in accordo con il proprio medico dentista, è possibile iniziare una terapia al fluoro, tecnica che aiuta il dente a rinforzare lo smalto ed a contrastare lo sviluppo della carie. Nel caso invece che la carie sia in uno stadio avanzato tale da richiedere terapia conservativa, il medico odontoiatra si vedrà costretto ad intervenire con la procedura di otturazione o di devitalizzazione, a seconda delle esigenze del paziente”.

 

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