L’
odontoiatria estetica e l’
odontoiatria restaurativa hanno come obiettivo il
ripristino estetico, ma anche
funzionale, della dentatura adulta.
Dei trattamenti più frequenti abbiamo parlato con la
dott.ssa Gabriella Romano, esperta in Odontoiatria estetica della
Dental Unit di
Città di Lecce Hospital. Socio attivo dell’Accademia Italiana di Odontoiatria Conservativa e Restaurativa, docente presso la Smile Designers Academy, si occupa con un team multidisciplinare di creare un percorso personalizzato con l’obiettivo di
migliorare il sorriso e la salute di denti e gengive dei pazienti.
Odontoiatria restaurativa: cos’è
L’odontoiatria restaurativa comprende tutti i trattamenti e gli interventi che riguardano la
ricostruzione e il
ripristino estetico e funzionale dei denti, alla luce delle nuove procedure, che utilizzano tecnologie e materiali all’avanguardia.
Se, infatti, in passato la pratica generale tra gli specialisti prevedeva di limare o “sacrificare” il dente affetto da problematiche e prediligere procedure come l’incapsulamento, oggi – grazie alle più innovative tecniche di ricostruzione - si preferisce
conservare ciò che rimane e che può essere recuperato del dente, ripristinando l’equilibrio intaccato.
In odontoiatria restaurativa, gli
interventi più frequenti sono le ricostruzioni dirette. In particolare, nei
denti posteriori si effettuano:
- otturazioni (restauro del dente danneggiato da carie);
- intarsio (ricostruzione parziale del dente indiretta, che prevede l’eliminazione solamente della parte compromessa, l’impronta e la ricostruzione dell’area mancante);
- capsula (corona artificiale che ricopre completamente il dente).
Si tratta di possibilità diverse, lo specialista valuta la più adatta in funzione per rispettare il più possibile la struttura della bocca del paziente.
Anche nei
denti anteriori, soggetti a traumi che creano fratture, le nuove tecniche di ricostruzione preferiscono la conservazione con un ripristino della sola porzione perduta.
I trattamenti di odontoiatria restaurativa sono caratterizzati da:
- ridotta invasività con risparmio della struttura sana;
- utilizzo di materiali all’avanguardia quanto più simili possibile alla struttura da ripristinare dal punto di vista biomeccanico, ottico ed estetico;
- valutazione del tipo di percorso più indicato al singolo caso clinico.
Di cosa si occupa l'odontoiatria estetica
Nello specifico, l’odontoiatria estetica si occupa del
miglioramento del sorriso del paziente. L’estetica del sorriso, però, non riguarda solo il dente, con la cosiddetta “estetica bianca”, ma anche quella “rosa”, cioè dei tessuti gengivali, che devono essere sani, simmetrici ed armonici.
Le
faccette dentali sono il trattamento più frequente dell’odontoiatria estetica nell’adulto. Possono essere immaginate come una sorta di lente a contatto (realizzata in materiali adesivi come zirconia, disilicato di litio e ceramica feldspatica) dello spessore di pochi decimi di millimetro, che conservano interamente la struttura del dente sano. Si tratta di un’opzione che ripristina lo smalto perduto inevitabilmente nel tempo, molto diversa dalla protesi tradizionale, in quanto in questo caso il dente spesso non viene alterato per posizionare il dispositivo.
Lo
smalto, infatti, è un tessuto che invecchia, complici l’ambiente del cavo orale e la masticazione. Si assottiglia e si riduce verticalmente e orizzontalmente, creando non solo un problema estetico (in quanto la parte più profonda del dente, la dentina, è di colore giallo). Il dente, con la perdita di smalto, diventa più debole e possono comparire incrinature, perché sottoposto a flessione per i carichi della masticazione. La faccetta non ripristina solo l’estetica, ma anche la morfologia, e permette di rinforzare la struttura. Il trattamento è non invasivo, inerte e stabile nel tempo (se la procedura viene eseguita da un professionista esperto, con materiali dal punto di vista biomimetico, ottico e biomeccanico assimilabili alle strutture del dente).
Chirurgia delle gengive
I trattamenti di chirurgia delle gengive e delle ossa che circondano il dente vengono spesso predisposti in ottica estetica, per esempio in caso di
recessione gengivale.
La recessione gengivale è una problematica molto frequente che va risolta prima possibile, in quanto una gengiva che recede non torna da sola al suo posto. Il fastidio più frequente è la
sensibilità dentale: la radice scoperta, infatti, non è rivestita di smalto come la corona del dente, non è protetta e può subire erosioni e abrasioni dovute all’ambiente acido della bocca o allo spazzolamento. Dall’eziologia multifattoriale, è spesso provocata da un trauma da spazzolamento. Per questo, prima di procedere con il ripristino della copertura gengivale, è necessario educare il paziente alla corretta igiene dentale, per non incorrere in una recidiva causata dalle abitudini errate.
Durante l’
intervento, la gengiva viene riposizionata in modo da ricoprire la porzione di dente rimasta scoperta. Nei casi in cui la gengiva masticatoria non sia sufficiente, il tessuto viene ricreato (tramite innesti di gengiva, prelevata generalmente dal palato).
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