Otturazione

 

Otturazione del dente: cos’è e a cosa serve


La dentatura è certamente una fra le parti del nostro organismo a cui attribuiamo più significati simbolici e non. I nostri denti sono fondamentali per diverse ragioni: innanzitutto ci consentono di alimentarci correttamente attraverso la masticazione del cibo. Il loro mutamento nel corso del tempo è anche indice della maturazione dell’organismo umano e della persona in generale, come testimoniato innanzitutto dal succedersi di due dentizioni e dall’acquisizione di denti distinti per funzione.

Ma dal benessere dei denti passa anche il benessere dell’intero corpo: trascurare una semplice infezione dentale può lasciare via libera al processo di distruzione dei batteri, con complicanze inaspettate e gravi anche per cuore, polmoni e cervello.  Inoltre, la dentatura consente anche all’essere umano di esprimersi e relazionarsi serenamente con gli altri, in quanto esposta allo sguardo.

Tutti questi fattori rendono i denti un soggetto molto importante di prevenzione e cura, poiché influenzano direttamente la qualità della vita. L’otturazione del dente è una delle più comuni tecniche atte a ripristinarne la migliore condizione possibile. Questo tipo di intervento è considerato pratica odontoiatrica conservativa, focalizzata sul restauro del dente deteriorato. In questo modo, il dente resta nella propria sede naturale e per quanto possibile viene riparato.
 

 

Otturazione e carie: quando e perché si interviene


La carie può avere origine da diverse cause:
  • Denti disallineati o caratterizzati da una struttura poco resistente
  • Diminuzione della saliva prodotta, naturale disinfettante della nostra bocca che in alcuni casi può acidificarsi e rendere più probabile la formazione di carie
  • Fumo e/o alimentazione errata, in particolare se ricca di zuccheri, cibi raffinati o particolarmente appiccicosi
Ci sono denti più sensibili di altri allo sviluppo di carie? La risposta è sì: si tratta di molari, premolari e incisivi superiori, in quanto naturalmente più difficili da raggiungere durante le operazioni di pulizia. Ecco perché un’igiene orale costante e rigorosa è essenziale per prevenire il problema, così come il sottoporsi a controlli regolari. Il dentista può procedere con l’otturazione con i seguenti obiettivi, oltre naturalmente alla cura di una carie che non sia ancora nei suoi stadi più avanzati:
  • Chiudere gli spazi dentali in cui i batteri potrebbero infiltrarsi
  • Evitare che abbia inizio un ulteriore processo cariogeno
  • Dare sollievo dal dolore
  • Chiudere il canale radicolare se è presente un dente scheggiato o rotto: si tratta di una tipologia specifica di otturazione che deve rispondere all’esigenza di colmare il vuoto lasciato dalla polpa dentale durante la devitalizzazione di un dente
 
 

 

Le possibili conseguenze di una carie dentale non curata


Spesso all’inizio del processo, le carie dentali non danno sintomi particolari, ma nel corso del tempo si manifestano con dolore e ipersensibilità.  Se si avverte male ai denti in misura costante per più di 2-3 giorni, si deve seguire con attenzione questo segnale e rivolgersi al proprio dentista: è certamente il principale dei sintomi con cui si manifesta la presenza di una carie.

Queste non devono assolutamente essere trascurate: anche se si trattasse di un’infezione superficiale, l’azione erosiva dei batteri a lungo termine può generare danni estremamente seri. Dopo aver infatti penetrato lo smalto e raggiunto la dentina, i batteri vanno ad aggredire la polpa dentale, dando origine a varie patologie. Una volta arrivata tanto in profondità, la carie non può più essere affrontata con una semplice otturazione.

Fra le possibili conseguenze di una carie non curata vi sono:
  • Ascessi dentali, ovvero tumefazioni purulente che provocano dolore anche acuto. Fra gli altri sintomi possono esservi gonfiore gengivale, alitosi, ipersensibilità della dentina, febbre e ingrossamento dei linfonodi del collo. Se non trattate, queste infezioni possono coinvolgere il sangue e i tessuti vicini, dando luogo nei casi più gravi a setticemia
  • Pulpite dentale, che si manifesta con un dolore di difficile collocazione e dalla sensazione di “pulsazione” del dente. Nelle sue forme più serie, rischia di trasformarsi in necrotizzazione della polpa
  • Distruzione del dente e della radice
  
 

 

Come si esegue l'otturazione di un dente e le tecniche a disposizione


Dopo la visita di controllo e l’eventuale diagnosi di processo cariogeno in corso, il medico può anche ritenere necessario eseguire una radiografia del dente, in modo da rilevare con ancora maggiore precisione l’entità della lesione. Prima di procedere all’otturazione, si deve intervenire sulla carie stessa e disinfettare accuratamente l’area interessata.

Un intervento standard di otturazione viene eseguito in questo modo:
  • Si procede con l’anestesia locale al dente cariato, in modo da non provocare dolore al paziente durante l’operazione, e si attendono alcuni minuti per dare tempo all’anestetico di fare effetto
  • Si elimina la carie con l’apposita strumentazione
  • Lo spazio creato all’interno del dente viene quindi riempito con il materiale scelto dal dentista
In genere, se si tratta di una carie di piccole dimensioni, basta un’otturazione semplice con un intervento che può variare dai 20 ai 60 minuti di durata. Se invece la carie ha già intaccato il dente più in profondità, l’intervento può richiedere più tempo. In quanto terapia conservativa, quindi diretta alla conservazione del dente e della sua posizione naturale all’interno della bocca, l’otturazione può distinguersi in due tipologie tecniche: è possibile quindi scegliere quella più opportuna a seconda dell’estensione della carie.

La tecnica diretta interessa le carie particolarmente piccole, in cui si procede alla ricostruzione diretta del dente alla poltrona. La tecnica indiretta è invece rivolta alle carie molto estese, che non hanno lasciato una sufficiente quantità di materia dentale sana. È quindi prevista la realizzazione di un intarsio: l’odontotecnico esegue in laboratorio la ricostruzione (spesso in porcellana, materiale molto resistente e antimacchia) e in seguito si procede con la cementazione. Con questa tecnica è possibile ottenere forme corrette e un buon sigillo dei margini anche nelle strutture molto danneggiate, nonché una notevole durata nel tempo. Diverso è il caso in cui la polpa dentale sia ormai stata invasa dai batteri: si deve ricorrere a metodi più invasivi, come la devitalizzazione del dente o la sua estrazione.

Come per qualsiasi tipo di intervento, anche nel caso dell’otturazione, il paziente deve segnalare con il dovuto anticipo al personale sanitario se soffre di allergie a sostanze o materiali specifici, nonché se assume farmaci.
 

 

Otturazione provvisoria: una soluzione temporanea


Grazie al suo effetto sedativo sul dente, spesso dovuto alla presenza di eugenolo (un leggero anestetizzante), l’otturazione provvisoria o temporanea è la soluzione ideale quando si presentano uno o più di questi casi:
  • Il trattamento odontoiatrico si svolge tramite più appuntamenti
  • Il dente cariato necessita di un breve periodo di tempo per guarire
  • La carie è in profondità e durante il trattamento resta scoperta la polpa
  • Si rendono necessarie cure d’emergenza
Come esplicitamente dichiara il suo nome, l’otturazione provvisoria è pensata per dare sollievo momentaneo al paziente e per proteggere la polpa dentaria, ma non per durare nel tempo: tende infatti a usurarsi e staccarsi dopo uno o due mesi dall’applicazione.

Proprio per questo motivo, l’otturazione provvisoria va sostituita nel più breve tempo possibile con quella definitiva: nel caso l’intervento fosse ritardato, il dente resterebbe esposto a rischi di infezione o ulteriori complicanze
 

 

Otturazione in amalgama: caratteristiche e controversie


Per eseguire il restauro dei denti molari e premolari, l’amalgama dentale è stato certamente il materiale più utilizzato dai dentisti per oltre un secolo. Fino a pochissimi anni fa, in tutto il mondo venivano realizzati ogni anno circa 500 milioni di otturazioni in amalgama. L’amalgama dentale è costituito da argento, stagno, rame, palladio, indio e mercurio.

Proprio la presenza di quest’ultimo elemento, potenzialmente molto tossico per sistema immunitario, sistema nervoso, cuore e reni, ha scatenato negli ultimi anni un forte dibattito scientifico e anche mediatico, che si è tradotto in nuovi studi e di conseguenza nuove regole di utilizzo.

È stato infatti osservato che, quando si mastica o si consumano bevande calde con una certa frequenza, il mercurio contenuto nell’amalgama assume la forma di vapore e viene assorbito dall’organismo. Anche se gli eventuali sintomi di intossicazione in genere regrediscono nel tempo non appena cessa l’esposizione al mercurio, questo tipo di otturazioni ai denti non è più permesso su minori sotto i 15 anni e sulle donne in gravidanza o in allattamento ed è vietato in paesi come Finlandia, Norvegia e Svezia.

Anche dal punto di vista estetico, questo tipo di materiale non risulta soddisfacente: il suo tipico aspetto argentato assume in seguito un poco piacevole colore grigiastro, dovuto alla corrosione graduale e alla conseguente penetrazione di mercurio e stagno all’interno del dente.

Fra i vantaggi dell’otturazione in amalgama d’argento c’era sicuramente un buon livello di resistenza nel tempo, ma i “contro” sono attualmente più rilevanti dei “pro”. Oggi è quindi più che consigliata la sua rimozione, in favore di nuovi materiali più sicuri e con benefici maggiori. La si esegue con l’aiuto di un aspiratore periorale ad alta portata, che consente l’aspirazione sicura dell’amalgama dentale e del mercurio in esso contenuto. La rimozione si rende talvolta non solo utile ma anche assolutamente necessaria, come nel caso di  un’otturazione in amalgama infiltrata: proprio come il dente stesso, anche l’otturazione può essere oggetto di un attacco batterico e si può quindi formare una carie proprio nello spazio fra dente e restauro.
 

 

Otturazione in composito: le nuove frontiere del settore


La necessità di sostituire le vecchie otturazioni ai denti ha reso ancora più urgente la scelta di utilizzare materiali biocompatibili, atossici e anche esteticamente più gradevoli. È questo il caso dell’otturazione in composito, che prevede l’uso di resine composite in ceramica.

Il colore è il medesimo dei tessuti dentari e può anche essere scelto all’interno della gamma disponibile in modo che si adatti al meglio alla propria dentatura: questo permette non solo di intervenire in modo sicuro, ma anche di creare un’otturazione estetica. Essendo flessibile, resistente, sicuro e cromaticamente soddisfacente, il composito è ormai il materiale d’elezione negli interventi di otturazione. Per far aderire il composito ai tessuti, è necessario che l’area risulti asciutta: l’otturazione viene quindi eseguita dopo aver applicato una diga dentaria, in modo da isolare il dente interessato dal resto della bocca e dalla sua umidità.
 

 

A chi affidarsi per una corretta otturazione dei denti


Dal momento che il processo cariogeno può essere causa indiretta di patologie anche gravi e legate a diverse parti dell’organismo, è necessario scegliere con attenzione la struttura a cui rivolgersi. Affrontare questo tipo di problematica si traduce in un’attenta analisi della situazione personale del paziente, così come delle caratteristiche specifiche della carie stessa: dalla sua condizione dipende infatti la scelta del giusto trattamento.

È quindi consigliabile selezionare strutture ospedaliere che si distinguono per la presenza di specialisti qualificati, tecnici esperti, tecnologie all’avanguardia e soprattutto un approccio a 360 gradi allo stato di benessere del paziente. Le Dental Unit degli ospedali GVM Care & Research sono esclusivamente dedicate alla cura della salute orale per pazienti di ogni età e uniscono l’altissimo livello di specializzazione alla collaborazione integrata con tutte le altre unità. Le modalità di cura vengono costantemente ricalibrate seguendo le ultime innovazioni scientifiche, a maggior ragione rivolte a una parte così rilevante della persona. 
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