Rialzo seno mascellare


Rialzo del seno mascellare: cos'è e quando viene praticato 

Il seno mascellare è una cavità vuota che si trova nell’osso mascellare, all’interno del cranio, sotto gli zigomi, rivestito da una mucosa detta membrana di Schneider e che comunica con le cavità nasali attraverso l’osteomeato, un orifizio.

Esistono due seni mascellari, uno per zigomo, e si estendono dai premolari ai molari. Hanno funzione di:
  • umidificare,
  • lubrificare,
  • riscaldare l’aria inalata durante l’inspirazione.
Il rialzo del seno mascellare è una procedura eseguita per aumentare la quantità di osso nell’area dei molari dell’arcata superiore, per prepararla all’inserimento di uno o più impianti dentali. Si rende necessario quando la parte molare o premolare è interessata da una scarsità di osso, in senso verticale, per l’inserimento di impianti dentali fissi. Il sinus lift o rialzo del seno mascellare consiste,  infatti, nell’elevazione del pavimento mascellare così da avere un maggior volume in senso verticale.

Di solito si distinguono due diverse modalità chirurgiche:
  • grande rialzo del seno mascellare: viene sollevata la gengiva, fino alla base dello zigomo, che permetta di ricavare una finestra ossea senza ledere la membrana sinusale. La membrana viene successivamente scollata, in modo che l’osso possa posizionarsi nel tetto della cavità creata, che funge da nuovo pavimento del seno. Nel foro viene inserito l’innesto d’osso, dopo aver inserito gli impianti;
  • mini rialzo del seno mascellare: l’accesso al seno avviene dalla sommità della cresta ossea, sfruttando il foro per l’inserimento dell’impianto. Lo scollamento viene praticato con osteotomi e martello, oppure con viti o anche con la pressione idraulica con soluzione fisiologica.
Essendo un intervento eseguito in anestesia il rialzo del seno mascellare non dà dolore. Passato l’effetto dell’anestesia il paziente può sperimentare un leggero formicolio o gonfiore che tende a sparire dopo poche ore.

Seno mascellare: anatomia

I seni mascellari sono delle cavità che si trovano nell’osso mascellare, al di sotto degli zigomi, e hanno la funzione di intervenire nei processi di umidificazione e riscaldamento dell’aria inalata. All’interno del cranio esistono quattro seni: il seno sfenoidale, il seno frontale, le cellule etmoidali e il seno mascellare. Quest'ultima, chiamato anche “antro di Higmoro” è il più ampio dei quattro e occupa una grossa parte dell’osso mascellare, comunica con le cavità del naso attraverso degli orifizi che prendono il nome di osti, da cui viene eliminato il muco.

Il seno mascellare è rivestito dalla mucosa dello Schneider, a sua volta ricoperta da un epitelio dotato di ciglia, spessa mezzo millimetro (ma se si infiamma, a causa di infezioni o presenza di fumo, si può ispessire); la sua funzione è quella di aiutare a mantenere umida e scaldare l’aria che viene introdotta nell’organismo durante la respirazione, in modo che possa avvenire il giusto scambio gassoso.

Anatomicamente, il seno mascellare viene descritto come una cavità pneumatica a forma di piramide triangolare, formata da tre pareti: anteriore, posteriore, superiore.

Anche se i seni possono avere delle asimmetrie diverse, i paranasali si estendono dal primo premolare al primo molare; fra le varianti più “pericolose” si nota la presenza di setti ossei di Underwood, un tipo di malformazione che può creare diversi problemi poiché divide la cavità in due seni accessori.

I seni mascellari possono essere interessati da patologie quali:

  • sinusite: può essere sia di tipo dentale – dovuta a una reazione peri-apicale, causata da un processo infettivo che dall’osso peri-apicale raggiunge il seno – sia di tipo non odontogena – causata da allergie o infezioni che provocano la chiusura della cavità nasale con conseguente comparsa di dolore;
  • cisti: possono essere dovute a eruzioni causate da interventi chirurgici o a ritenzioni della mucosa che sorgono in seguito a un’infiammazione o a un accumulo di liquidi che ristagnano per un blocco nell’osso mascellare;
  • traumi: si verificano in seguito a comparsa di fratture localizzate, estrazioni dentali, o fratture che riguardano la parete orbitale;
  • polipi: causati da presenza di infiammazione cronica;
  • tumori sia benigni che maligni.

Intervento del seno mascellare


Quando c’è necessità di aumentare il volume osseo si ricorre alla chirurgia per il rialzo del seno mascellare. Tale aumento di volume è necessario quando non è possibile inserire in modo tradizione gli impianti e si manifesta la necessità di volumi ossei più spessi che permettano di fissare gli impianti dentali osteointegrati.

L’implantologia osteointegrata necessita infatti di una quantità minima di osso per il posizionamento degli impianti, non è possibile ripristinare un dente mediante un impianto su un osso atrofizzato, perché l’assenza di volume osseo non consente di inserire in maniera corretta l’impianto e di conseguenza il dente.

La mancanza di volume osseo può essere determinata da:
  • perdita dei denti molari e premolari superiori;
  • anatomia del cranio che nella parte superiore presenta meno osso rispetto alla mandibola;
  • presenza di una patologia paradontale che ha eroso l’osso;
  • distanza troppo ravvicinata fra il seno mascellare e la mascella.
In questi casi il paziente viene sottoposto a implantologia del rialzo del seno superiore.

Durante l’intervento si utilizza sia tessuto osseo proveniente dal corpo del paziente – prelevato dalla bocca o da altre parti del corpo, come la tibia o l’anca – sia osso sintetico.

Dopo tutti i controlli preliminari per verificare l’anatomia del seno mascellare, il dentista procede incidendo la gengiva in corrispondenza di molari e premolari. Il tessuto viene rialzato e si procede all’incisione di una piccola finestra ovale sulla parte di osso esposto. Fra l’osso del seno mascellare e la mascella si estende una membrana, che viene spinta verso l’alto, lontano dalla mascella. Nella cavità che si forma, viene inserito il materiale trapiantato: la quantità necessaria è sempre variabile, ma in genere è di qualche millimetro.
Finito l’inserimento dell’osso, il tessuto viene ricucito.

A seconda delle caratteristiche anatomiche del paziente, l’intervento del rialzo del seno mascellare e l’impianto dentale possono essere eseguiti in contemporanea, altrimenti il tempo di attesa fra un intervento e l’altro è di qualche mese.

Due sono le principali tipologie di interventi chirurgici:
  • rialzo del seno mascellare con approccio laterale: questa tipologia viene chiamata anche grande rialzo del seno mascellare e si esegue con la sollevazione della membrana di Schneider tramite l’apertura della finestra ossea sulla parte laterale del seno per poter aumentare la quantità di osso disponibile nella regione posteriore del mascellare superiore. Lo scollamento del pavimento del seno mascellare avviene con l’utilizzo di un inserto liscio a cono rovesciato a bassa potenza e frequenza. Tale tecnica è indicata anche nei casi in cui le creste alveolari siano particolarmente atrofiche: la cavità viene riempita in genere con materiale osseo sintetico, oppure dall’impianto stesso, che può essere inserito contestualmente all’intervento se l’osso è sufficientemente stabile. In molti casi, però, questo tipo di intervento viene eseguito in due distinti momenti, a distanza di qualche mese l’uno dall’altro. Tale intervento viene eseguito in regime di anestesia;
  • mini rialzo del seno mascellare per via crestale transalveolare: si utilizza tale tecnica quando il volume osseo è di circa 4-5 mm e consiste nell’effettuare tanti fori quanti sono gli impianti da posizionare. Il sollevamento della membrana di Schneider avviene tramite uno stantuffo che spinge all’interno della cavità il materiale da riempimento. Questo intervento viene effettuato prima del posizionamento dell’impianto, posto nello spazio che si crea tra la membrana sollevata e la base del pavimento sinusale.

Rialzo del seno mascellare: la convalescenza

Il rialzo del seno mascellare ha tempi di guarigione diversi a seconda del tipo di intervento praticato.
Nei pazienti che hanno subito il grande rialzo del seno mascellare i tempi di recupero sono più lunghi rispetto al mini rialzo, che invece si esegue con tecniche mini-invasive, che permettono di ritornare alla normalità dopo qualche giorno.

Nel rialzo del seno mascellare post operatorio il paziente è invitato ad adottare comportamenti che possano favorire la guarigione nel più breve tempo possibile.

In questo caso l’igiene orale è di fondamentale importanza per una corretta guarigione: è bene non spazzolare la zona operata per le prime due settimane, così come non va utilizzato il filo interdentale. Sì, invece, all’uso di collutori per tenere pulita la zona operata.

Anche durante i pasti ci vogliono delle accortezze: poiché è bene evitare di masticare sulla zona operata, sarebbe consigliato preferire quei cibi morbidi o semiliquidi e freddi nei primi due giorni, per poi passare a quelli semi-solidi e tiepidi nei successivi cinque giorni. Cibi piccanti, troppo acidi o irritanti vanno invece evitati per tutto il periodo.

Per evitare il rischio di infezioni è bene, inoltre, evitare di fumare. Allo stesso modo, per evitare che la ferita sanguini o si infetti l’attività fisica che richiede sforzo eccessivo è da evitare. In alcuni casi il medico potrebbe prescrivere anche farmaci, le cui indicazioni vanno seguite scrupolosamente. Anche i controlli ravvicinati per monitorare la guarigione della ferita vanno eseguiti con costanza.
 

Rialzo del seno mascellare: le complicanze

Il rialzo del seno mascellare ha rischi variabili a seconda del tipo di intervento che viene praticato. In quelli più gravi può essere necessario eseguire trattamenti di tipo medico chirurgico e terapie farmacologiche aggiuntivi.
Sono considerati normali, invece, la comparsa di gonfiore (leggero), ematomi o lividi così come del leggero sanguinamento nei giorni che seguono l’intervento. In questi casi sarà sufficiente attenersi alle indicazioni del medico e tamponare la ferita con garza umida.

Nel grande rialzo del seno mascellare le complicanze possono essere di tipo:

  • vascolare, come la recisione delle anastomosi tra l’arteria alveolare posteriore e superiore e l’arteria infra-orbitaria;
  • infettivo;
  • di ordine anatomico, come la perforazione della membrana di Schneider.

In alcuni interventi si potrebbe verificare anche un attecchimento anomalo dell’innesto a causa della recisione dei vasi; oppure nell’innesto potrebbe verificarsi una osteointegrazione – l’attecchimento dell’osso – incompleta.

La complicazione più frequente, secondo la letteratura, riguarda la perforazione della membrana del seno mascellare durante l’intervento, che può interessare fino al 44% dei pazienti.

Il rialzo del seno mascellare ha controindicazioni? In genere questo tipo di intervento ha una percentuale di successo molto alta. Tuttavia, non è indicato per chi soffre di sinusite acuta, neoplasie o cisti, o presenta lesioni ai denti in prossimità del seno mascellare o dell’osso mascellare stesso. Chi soffre di allergie stagionali dovrà programmare l’intervento nel periodo dell’anno in cui non soffre di manifestazioni allergiche.

Il medico implantologo farà comunque tutti gli accertamenti del caso, fornendo un quadro preciso e puntuale del tipo di intervento e possibili rischi analizzando attentamente tutta la storia clinica del paziente.
 

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